I sintomi depressivi

La depressione è un termine che comunemente usiamo per definire una condizione di malessere momentaneo, anche se non corrisponde a questa patologia, molto più intrusiva e devastante.

Credo che spesso se ne parla poco perché, come tutte le situazioni che ci spaventano, preferiamo banalizzarle piuttosto che affrontarle. In realtà, chi ne soffre è proprio colui che non ne parla mai, che si nasconde e cerca di mascherare, prima a se stesso e poi agli altri, i propri vissuti.

Il dovere di una persona cara è quello di aiutarlo! Come?

Non avendo il timore di chiedere aiuto e accompagnarlo provando a tenerlo per mano all’inizio del proprio percorso terapeutico, per poi lasciarlo camminare e proseguire da solo.

Certo è che non è affatto semplice riconoscere i sintomi depressivi, né per chi li vive, né per chi sta affianco, perché è come un piccolo tarlo in una finestra che, silenziosamente e senza farsi vedere, scava dentro, senza lasciare emergere nulla in superficie, facendo affiorare le prime percezioni negative degli eventi quotidiani e aumentare il sentimento di tristezza e irritabilità.

Le “spie” della depressione possono essere tante, ma generalmente comprendono:

Rappresentano un campanello d’allarme anche disturbi fisici e somatici come mal di testa o mancanza di energia.
Ma i sintomi veri e propri sono tanti, e si presentano, in maniera continua, durante il giorno e per molti giorni (per almeno due settimane):

  • Sentimenti di tristezza e umore depresso
  • Perdita di piacere di attività normalmente svolte ed appaganti
  • Irritabilità, negatività e dolore emotivo immotivati o eccessivi
  • Stanchezza, affaticamento, mancanza di energie
  • Aumento o riduzione dell’appetito
  • Difficoltà ad addormentarsi o risvegli continui
  • Rallentamento o agitazione motoria
  • Difficoltà di attenzione ma soprattutto concentrazione.
  • Sensazione di fallimento, colpevolezza e senso di inutilità
  • Tendenza all’isolamento
  • Pensieri ricorrenti di suicidio

Inutile dirsi cosa fare in queste circostanze: sia la persona stessa che ne soffre, sia chi le sta accanto deve rivolgersi ad un esperto, in modo da garantire un intervento immediato e soprattutto risolutivo.

È possibile che occorra l’intervento farmacologico, ma non è da trascurare la combinazione con un percorso di psicoterapia, che consente di identificare meccanismi psicologici che provocano il disturbo dell’umore.

Prenota un colloquio con la dottoressa