Cosa succede dentro di noi? Un tumulto di emozioni a cui spesso è difficile dare un nome… inside out
Ormai sono giorni che viviamo incollati alla tv o ai cellulari, intenti a recuperare informazioni su cosa ci sta succedendo. Ci chiediamo, insistentemente, che cos’è il coronavirus, cos’è questo COVID-19 tanto invocato e decantato negli ultimi mesi.
Ai bambini è stato spiegato che è un mostriciattolo piccolo piccolo, quasi invisibile che va combattuto lavando le mani spesso, senza toccarsi naso, bocca e occhi e restando chiusi in casa.
E a noi grandi?
Cosa ci è stato raccontato, o meglio, cosa abbiamo capito su questo mostriciattolo?
Le notizie sono tante, alcune anche false, ma quella che ci sta spaventando di più è la parte del racconto fatto ai bambini in cui viene chiesto di “restare chiusi in casa”.
Ebbene sì, non poter uscire ci spaventa, come ci fa paura non poter abbracciare e baciare un nostro amico, una persona a noi cara; l’unico modo per poter avvicinarci è con i social network, con una telecamera e con il nostro telefonino.
Qual è il paradosso?
Il paradosso è che fino a pochi mesi fa sembrava che il mondo stesse dando sempre meno peso al contatto umano, agli abbracci, alle carezze e ai baci, e che tutto passasse dagli smile su una chat e i live da condividere, mentre ora lo stesso mondo sta soffrendo perché vorrebbe fare a meno del cellulare, quell’oggetto così prezioso da cui non ci si allontana mai.
È chiaro che ognuno di noi è spaventato da questa chiusura, che per certi versi sembra una costrizione della propria libertà, ma forse è proprio il coronavirus che ce la può restituire, perché in fondo, riflettendoci bene (e in questo momento abbiamo di tempo per riflettere…), non eravamo liberi prima, quando ogni giorno restringevamo il nostro campo di vita ai doveri e l’unico tempo che dedicavamo a noi stessi e agli altri era mediato dal cellulare e dai social.
Ora, invece, chiusi nelle nostre case ci mancano gli abbracci e le strette di mano, temiamo di restare soli, e scopriamo quanto vale una carezza e un sorriso del nostro dirimpettaio.
Allora, in questo tempo del paradosso siamo tutti invitati a volerci bene, a curare di più le nostre ferite e a sperare che questo momento passi in fretta…
La speranza è che, finito questo tempo, possiamo recuperare i nostri contatti, anche quei legami che pensavamo di aver dimenticato, e di non PERDERE più un attimo del nostro tempo dietro ad un live o una chat, ma nelle strette di mano, in un pub, con i nostri cari e con noi stessi.
Sicuramente, in questo modo, ognuno di noi sarà arrivato “across The Finish Line”!!!